Però diffidate del fai da te.
A lavoro, ovviamente, ma anche nel mio tempo libero molti mi chiedono consigli riguardo il mondo del beauty e uno degli argomenti più gettonati è la cosmesi. Chi mi conosce sa che sono una fan di questo argomento e giusto ieri una ragazza mi ha raccontato, con una certa fierezza, come realizza i cosmetici in casa, ma che ultimamente è diventata un po’ pigra nel produrli.
Con tutta onestà il suo viso non rifletteva l’immagine di una pelle sana, trattata o per lo meno che avesse un bel colorito. A dirtela tutta era molto grigia, spessa, in alcuni punti oleosa con molti brufoletti sottocutanei, ma anche molto secca. Ecco perché era impigrita, perché la sua pelle giorno dopo giorno peggiorava. Si era rivolta proprio a me, su suggerimento della mamma, perché la sua pelle era diventata ingestibile, tra l’altro con un matrimonio in arrivo!
Personalmente ho una predilezione per il green, curo la mia alimentazione e lo stile di vita, ma in alcuni casi essere troppo biologici e organici è un rischio. Subito non le ho detto niente, l’ho ascoltata e le ho dato alcuni consigli su come avrebbe dovuto comportarsi nella sua routine con dei prodotti botanici ma confezionati, e ti assicuro che dopo 5 giorni mi è arrivato un messaggio in cui mi diceva che era felicissima del risultato ottenuto.
I prodotti fatti in casa, perché no?
Possono essere utili e diventare dei temporanei SOS, ma ci sono alcuni aspetti che per la mia esperienza non rappresentano la scelta migliore. La maggior parte dei cosmetici, in particolari quelli su base acquosa, rappresentano un ottimo terreno per la crescita di microrganismi: muffe e batteri, che inevitabilmente possono venire a contatto con il prodotto sia durante la fase di miscelazione degli ingredienti sia durante l’utilizzo. Se ciò avviene il prodotto non è più stabile, cambia le caratteristiche organolettiche andando ad alterare la pelle con il rischio di infettarla.
L’importanza del conservante.
Io non utilizzerei mai un prodotto che ne sia sprovvisto, ti faccio un esempio: mangeresti uno yogurt scaduto? Immagino di no! Perché diresti: mi fa male. Bene è la stessa cosa per i prodotti che applichi sulla pelle. Non mi stancherò mai di ricordarlo: la pelle è l’organo digestivo più grande che abbiamo perciò l’unica modalità per impedire la proliferazione di microrganismi nel prodotto cosmetico consiste nel renderlo auto-conservante attraverso l’inserimento nella formulazione di sostanze conservanti. L’elenco di queste sostanze è ampio, immagino e condivido il tuo pensiero che ci possano essere sostanze più o meno salutari, ma ritengo che le case produttrici serie si stiano adeguando al mercato, rispetto ad anni fa in cui non c’era informazione in merito.
La confezione altera la conservazione, ricordatelo bene!
C’è un aspetto però che pochi conoscono e approfondiscono, ma al quale io ci tengo e che valuto nel momento in cui devo scegliere la linea cosmetica con cui lavorare o da proporre alle mie clienti: la confezione. Anche il materiale o la forma del contenitore nel quale viene inserito il cosmetico può alterare il conservante e di conseguenza le capacità difensive del prodotto. Per esempio nel caso di parabeni presenti in formulazioni contenute in packaging di polietilene dove si verifica un fenomeno di trasudamento, attraverso liofili o anche semplicemente per evaporazione di conservanti volatili come gli oli essenziali, o attraverso chiusure non ermetiche.
Detto questo, non critico il fai da te sul cosmetico, anche se reputo che senza tecnologie avanzate e conoscenza il prodotto abbia delle performance molto limitate, ma mi dissocio da chi vuole farti credere che una banana e uno yogurt siano in grado di toglierti le macchie e se anche non fanno niente sono innocui. Per me non è proprio così, ci vuole una consapevolezza anche sull’utilizzo di cosmetici e soprattutto affidarsi da esperti del settore che ti consigliano un INCI pulito (per chi non lo sapesse INCI sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
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